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Marco Mauro (architetto)

Il sabato di un architetto


Buongiorno a tutti, un sabato ero con due clienti per valutare un intervento di riutilizzo del sottotetto della loro casa (villino). Ho lasciato a loro il tempo di parlare a ruota libera per farmi un’idea di quali fossero i loro problemi e le loro aspettative. Mentre si parlava visitavamo insieme la casa a partire dal piano interrato sino al sottotetto.

La casa è abitata da fine 1998; è un semplice edificio di 100 m2 abitabili al piano terra, altrettanti di servizio al piano interrato e sottotetto. La struttura dell’edificio è in cemento armato con muri ester

ni a camera e “forse” un po’ di isolante al loro interno (parliamo di materassini di 40/50 mm), coibentazione del tetto inesistente, come pure sul solaio del sottotetto e del piano terra verso l’interrato. Serramenti lignei da 50 mm con vetrata isolante avente intercapedine da 8 mm, tenuta all’aria molto scarsa come pure la chiusura stessa del serramento. Riscaldamento a termosifoni in ghisa con sistema a collettori, il tutto governato da un cronotermostato nel soggiorno dove c’è anche un caminetto già in funzione. La temperatura alle 11 del mattino è di 20.8 °C (soggiorno) con all’esterno 16 °C.

Quanto sopra per darvi il quadro della situazione; dimenticavo siamo ad Alba 2528, gradi giorno, zona climatica E.

Dopo aver sentito gli obiettivi dei clienti, che non toccano neppure il tema energetico, faccio loro il famoso esempio del secchio bucato (involucro della casa) sotto una fontana (ener

gia necessaria per riscaldamento e raffrescamento), chiedendo loro se non sia più semplice tappare i buchi del secchio piuttosto che aprire di più il rubinetto per riempirlo.

Mi guardano come se mi mancasse qualche “venerdì”.

Proseguo.

Spiego loro che forse prima di spendere dei denari per il recupero di un sottotetto, che al momento non utilizzerebbero, (la cosa è fatta per “il futuro”, loro stessa ammissione), sarebbe meglio fruire delle detrazioni d’imposta ancora attive e fare una riqualificazione energetica sull’intero edificio. Senza dar loro modo di replicare faccio due semplici esempi numerici per arrivare ad un rapporto costo/beneficio di quanto volevano fare loro e di quanto gli propongo io.

Vedo una luce di interesse nei loro occhi, ho guadagnato “punti”.


Continuo il discorso facendo presente anche il valore aggiunto all’edificio, la migliore qualità di vita di loro che dentro ci vivono con i figli ….

Hanno capito che l’idea non è male, iniziano con le domande a raffica e cerco di rispondere a tutte.

Manderò loro una relazione dettagliata con gli obiettivi raggiungibili, esempi numerici, rapporti costi/benefici, tempi di ammortamento dell’investimento, valori dell’edificio prima e dopo dei lavori ….. insomma tutto quanto servirà loro per valutare se sia meglio tappare i fori del secchio sotto la fontana o aprire di più il rubinetto per cercare di riempirlo.

Perché vi racconto tutto questo è semplice: solo per dire quanto poco sia conosciuto dall’utente finale (a meno che non si tratti di un “addetto ai lavori”) il tema della riqualificazione energetica degli edifici (di qualunque tipologia essi siano: in legno o muratura, in acciaio o cemento armato). Tema che con le attuali detrazioni di imposta è sicuramente estremamente interessante, per non parlare della miglior qualità di vita che si può raggiungere all’interno dell’edificio (miglior comfort abitativo). Tutto questo è per la maggior parte dei non addetti ai lavori una cosa conosciuta in maniera vaga ed effimera, spesso errata e spesso raccontata in modo non corretto.

Concludo invitando tutti gli Amministratori della “cosa pubblica” ad organizzare nei confronti degli utenti finali (coloro che negli edifici ci vivono e pagano salati tributi alle amministrazioni) incontri pubblici per spiegare loro, con esempi di opere già realizzate, quali siano gli obiettivi raggiungibili.

Quando anche l’utente finale saprà quale possa essere l’obiettivo raggiungibile, sicuramente saprà cosa chiedere agli “addetti ai lavori” (professionisti od artigiani che siano), saprà valutare meglio le proposte loro fatte e decidere per il meglio.

Speriamo

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