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La "finestra" nella ristrutturazione

Aggiornamento: 15 dic 2019


Moltissimo chiediamo all'elemento “serramento”: vogliamo che dalla finestra passi la luce, per rendere luminosi e gradevoli i nostri locali, vogliamo che dalla finestra passi energia termica in inverno, per avere una piacevole sensazione di caldo, vogliamo evitare il surriscaldamento estivo e vogliamo, in ultimo, evitare che passi il vento e dunque non ci siano degli spifferi.

Qual è la soluzione più adatta in una ristrutturazione?

Non esiste una formula preconfezionata bisogna esaminare caso per caso.

Al di là della tipologia di serramento che può essere in legno, materiale plastico, alluminio, o una combinazione tra gli elementi precedenti, c'è una cosa che li accomuna tutti: una corretta posa.

Anche il serramento più performante e di eccezionali caratteristiche andrà sicuramente in crisi se non posato in maniera corretta. La soluzione ideale e quella in cui il serramentista si prenda carico l'intero nodo finestra.

Ovvero la posa in opera del falso telaio lungo il foro finestra, la corretta nastratura e sigillatura di questo sulla muratura confinante, ed infine la posa del telaio fisso e del telaio mobile con una perfetta calibrazione di questi ultimi.

Ovviamente la parte vetrata dovrà essere sigillata in modo impeccabile sul telaio mobile.

La scelta della tipologia del serramento è in funzione di diverse variabili: al di là del giusto effetto architettonico che si vuole raggiungere, sarà necessario analizzare dalle schede tecniche dei vari produttori (vetrate incluse), in modo da determinare qual’è la tipologia e quali le caratteristiche che più sono confacenti all’intervento in progetto.

Scelto il serramento e chiesto all’installatore una corretta posa sul nodo finestra (vale la pena di ricordare la norma UNI 11673-1:2017 ”Posa in opera dei serramenti – Parte 1: requisiti e criteri di verifica della progettazione”), potremo fare una verifica della corretta posa. In quale modo? La soluzione semplice: il Blower Door test (UNI EN ISO 9972:2015).

Ovvero un test di tenuta all'aria realizzato la fine dei lavori che ci permettere di individuare eventuali passaggi d’aria non voluti, dovuti ad un errore di montaggio, e riuscire a porvi rimedio.

Ci sono delle ottime ragioni per cui si è “dichiarato guerra agli spifferi” Nelle finestre delle nostre case: un miglior confort e limitare le perdite energetiche dovute a fughe d’aria calda.

A titolo di esempio si riporta sotto una semplice tabella in cui si legge che in un edificio mano a mano che viene ridotto il valore della perdita energetica media dell’involucro (ovvero migliora la trasmittanza media - Um W/m2K), l’influenza delle perdite dovuta ad una imperfetta tenuta all’aria (dell’involucro) assume una % di rilevanza sempre maggiore.

Nei valori della tabella si è ipotizzato un volume abitabile di 250 m3 netti con un tasso di ricambio d’aria pari a 0.5, (Qvent) rappresenta l’energia (dispersa) dovuta alla ventilazione e (Qtr) quelle dovute alla trasmissione dell’involucro.

Una verifica prima e dopo i lavori ha un costo contenuto che consente di constatare quale sia la qualità dei lavori eseguiti.

Marco Mauro, architetto

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